L’artrosi del ginocchio (gonartrosi) è una patologia cronica su base infiammatoria che comporta un processo degenerativo associato a rimodellamento delle superfici articolari del ginocchio stesso. (Fig.1-2)
Le cause specifiche sono sconosciute, presentando, tuttavia, un’origine multifattoriale (genetica, fattori ambientali e meccanici). I pazienti maggiormente predisposti allo sviluppo di gonartrosi sono individui sopra i 65 anni, di sesso femminile. È stato dimostrato, inoltre, che pregressi interventi di meniscectomia totale/subtotale possono accelerare il processo artrosico.[2]Il dolore compare gradualmente, così come la rigidità dell’articolazione ed il gonfiore. Questi tre sintomi rendono difficile l’utilizzo dell’arto per compiere le normali azioni quotidiane come la camminata, salire o scendere le scale fino, nei casi più avanzati, a rendere difficoltoso il movimento di flesso-estensione della gamba.
La diagnosi viene posta in seguito a visita specialistica, durante la quale viene effettuato un esame clinico ed eseguite delle indagini strumentali (principalmente delle radiografie).
Attualmente l’intervento di protesizzazione del ginocchio è la terapia più efficace per i casi medio/gravi di artrosi del ginocchio. Se effettuato con le più innovative tecniche mini-invasive si possono sostituire le superfici articolari danneggiate con impianti protesici in metallo. La procedura chirurgica richiede in media circa 1 ora e mezza.
In base alla diffusione del processo artrosico ed alle caratteristiche del paziente il chirurgo potrà decidere se impiantare una protesi totale (cioè che riveste tutte le superfici articolari del ginocchio) (Fig.3-5) [1] o una protesi monocompartimentale (che riveste solo uno dei tre compartimenti del ginocchio)(Fig.6). [2]
La scelta della tipologia di impianto [3-5] e la tecnica di esecuzione [6] dello stesso (vedi anche protesi di ginocchio con il computer e con il robot) sono molto importanti per riuscire a riprodurre il più possibile un movimento simile a quello del ginocchio sano. Impianti mono-compartimentali mini-invasivi consentono anche di tornare allo sport (non di contatto). [7]
Proprio per questo presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli, dove svolgo la mia attività di ricerca, mi occupo di RSA Dinamica, una tecnologia all’avanguardia che ci consente di capire vantaggi e difetti dei vari modelli protesici durante esecuzione di test in-vivo. [3-5]Non esiste un’età assoluta o limitazioni di peso per la chirurgia protesica del ginocchio anche se è bene ricordare che questi impianti non durano in eterno (in media 15-20 anni) e che l’eccessivo peso corporeo può essere la causa di una minore longevità della vostra protesi. Possono essere comunque eseguite revisioni di protesi di ginocchio fino a 3-4 volte, sostituendo la precedente protesi con una più stabile.
Dal giorno dopo l’intervento inizierà il percorso fisioterapico che permetterà di ritornare alla normale vita quotidiana a circa 45-60 giorni dall’intervento.
La scelta della tipologia di impianto e la tecnica di esecuzione dello stesso (vedi anche protesi di ginocchio con il robot) sono molto importanti per riuscire a riprodurre il più possibile un movimento simile a quello del ginocchio sano. [3-4] Impianti mono-compartimentali mini-invasivi consentono anche di tornare allo sport (non di contatto). [5]
Non esiste un’età assoluta o limitazioni di peso per la chirurgia protesica del ginocchio anche se è bene ricordare che questi impianti non durano in eterno (in media 15-20 anni) e che l’eccessivo peso corporeo può essere la causa di una minore longevità della vostra protesi. Possono essere comunque eseguite revisioni di protesi di ginocchio fino a 3-4 volte, sostituendo la precedente protesi con una più stabile.
Dal giorno dopo l’intervento inizierà il percorso fisioterapico che permetterà di ritornare alla normale vita quotidiana a circa 45-60 giorni dall’intervento.
Bibliografia
- Total knee replacement: intraoperative and postoperative kinematic assessment. Bontempi M, Cardinale U, Bragonzoni L, Macchiarola L, Grassi A, Signorelli C, Marcheggiani Muccioli GM, Zaffagnini S. Acta Biomed. 2017 Jun 7;88(2S):32-37.
- Minimally invasive unicompartmental knee replacement: retrospective clinical and radiographic evaluation of 83 patients. Bruni D, Iacono F, Russo A, Zaffagnini S, Marcheggiani Muccioli GM, et al. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2010 Jun;18(6):710-7.
- New design total knee arthroplasty shows medial pivoting movement under weight-bearing conditions. Bragonzoni L, Marcheggiani Muccioli GM, Bontempi M, et al. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2019 Apr;27(4):1049-1056.
- J-curve design total knee arthroplasty: the posterior stabilized shows wider medial pivot compared to the cruciate retaining during chair raising. Bontempi M, Roberti di Sarsina T, Marcheggiani Muccioli GM, et al. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2019 Aug 3. doi: 10.1007/s00167-019-05645-6.
- Multi-radius posterior-stabilized mobile-bearing total knee arthroplasty partially produces in-vivo medial pivot during activity of daily living and high demanding motor task. Marcheggiani Muccioli GM, Pizza N, Di Paolo S, et al. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2020 Jan 18. doi: 10.1007/s00167-020-05846-4.
- Two different posterior-stabilized mobile-bearing TKA designs: navigator evaluation of intraoperative kinematic differences. Marcheggiani Muccioli GM, Fratini S, Roberti Di Sarsina T, et al. Musculoskelet Surg. 2020 Jan 28. doi: 10.1007/s12306-020-00643-1.
- Return to Sports after Unicompartmental Knee Arthroplasty: Reality or Utopia? A 48-Month Follow-Up Prospective Study. Lo Presti M, Costa GG, Cialdella S…, Marcheggiani Muccioli GM, Zaffagnini S. J Knee Surg. 2019 Feb;32(2):186-191.