La cartilagine articolare è un tessuto connettivo resistente, lucido, che rivestendo le articolazioni esplica importanti funzioni meccaniche di riduzione degli attriti e ammortizzazione grazie al suo importante contenuto d’acqua e di proteine specifiche. Pur essendo presenti anche cellule specializzate chiamate condrociti, tale tessuto non è vascolarizzato ne innervato cosi conferendo proprietà rigenerative quasi inesistenti.

Il tessuto cartilagineo del ginocchio, presente sia tra femore e tibia che tra femore e rotula (articolazione femoro-rotulea), è sottoposto a stress meccanici continui.

I soggetti sportivi dovranno sopportare carichi meccanici estremamente importanti, che possono causare danni alla cartilagine, sia in caso di evento traumatico sia in caso di stress funzionale ripetitivo. Quando la cartilagine perde le proprie caratteristiche si parla di lesione e la classificazione più utilizzata ne identifica 4 tipi:

  • condromalacia (rammolimento);
  • presenza di fenditura < 50% dello spessore cartilagineo;
  • presenza di fenditura > 50% dello spessore cartilagineo;
  • esposizione (scomparsa della stessa con esposizione dell’osso subcondrale).

Il processo di riparazione determina la formazione di un tessuto fibroso che ha solo in parte le caratteristiche di quello originario.

Le lesioni possono essere totalmente asintomatiche (spesso si osservano casi di grave degenerazione cartilaginea con dolore assente o modesto) o possono manifestarsi con dolore, versamento, sensazione di blocco o cedimento del ginocchio. La funzionalità dell’articolazione è limitata prima dal dolore, poi dai frammenti di cartilagine che si staccano e occupano la cavità articolare, con gonfiore e blocco.

La diagnosi viene posta unicamente in seguito a visita medica specialistica in base alla sintomatologia clinica ed agli esami di diagnostica strumentale come radiografia e Risonanza Magnetica Nucleare (RMN).

In base all’entità ed alle caratteristiche della lesione, alla sua estensione o meno a livello dell’osso sub-condrale, esistono varie possibilità di trattamento:

  • cicli di infiltrazioni di acido ialuronico con peso molecolare variabile;
  • utilizzo di campi elettromagnetici pulsati; [1]
  • iniezione di cellule staminali da tessuto adiposo, prelevate dall’addome del paziente (mediante liposuzione); [2]
  • iniezione di PRP (Fattori di Crescita derivati dalle Piastrine), prelevati dal sangue del paziente; [3]
  • shaving cartilagineo, microfratture, trapianto di condrociti autologhi in artroscopia; [4]
  • innesti osteocondrali autologhi (mosaicoplastica) in artroscopia [5]
  • scaffold biomimetici come il “Maioregen“.[3]


Il video, realizzato dal Laboratorio NaBi – NanoBiotecnologie – dell’Istituto Ortopedfico Rizzoli, illustra la sequenza dell’impianto di scaffold all’interno di una lesione osteocondrale del ginocchio. Dapprima la lesione osteocondrale viene preparata per accogliere lo scaffold. Una volta innestato, lo scaffold ricopre tutta l’area.

I trattamenti elencati, inoltre, potranno essere associati o meno tra di loro in modo tale da trattare al meglio questa patologia in base alla sua localizzazione ed estensione. La tecnica utilizzata sarà strettamente dipendente dal tipo di lesione e dalle caratteristiche del paziente.

Ognuna di tali opzioni terapeutiche è seguita da specifico periodo di riposo e da un apposito protocollo fisioterapico riabilitativo.

I tempi di ritorno alla pratica sportiva ad alto impatto in caso di interventi non conservativi vanno dai 4 ai 12 mesi. [4]

Bibliografia
  1. Conservative treatment of spontaneous osteonecrosis of the knee in the early stage: pulsed electromagnetic fields therapy. Marcheggiani Muccioli GM, Grassi A, Setti S, et al. Eur J Radiol. Eur J Radiol. 2013 Mar;82(3):530-7.
  2. Characteristics and Properties of Mesenchymal Stem Cells Derived From Microfragmented Adipose Tissue. Carelli S, Messaggio F, Canazza A, et al. Cell Transplant. 2015;24(7):1233-52.
  3. Unicompartmental osteoarthritis: an integrated biomechanical and biological approach as alternative to metal resurfacing. Marcacci M, Zaffagnini S, Kon E, Marcheggiani Muccioli GM, et. al. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2013 Nov;21(11):2509-17.
  4. Arthroscopic second generation autologous chondrocytes implantation associated with bone grafting for the treatment of knee osteochondritis dissecans: Results at 6 years. Filardo G, Kon E, Berruto M, Di Martino A, Patella S, Marcheggiani Muccioli GM, Zaffagnini S, Marcacci M. Knee. 2012 Oct;19(5):658-63.
  5. Arthroscopic cartilage transplantation. Zaffagnini S, Giordano G, Kon E, Lo Presti M, Bruni D, Marcheggiani Muccioli GM, Marcacci M. Rev Chir Orthop Reparatrice Appar Mot. 2006 Dec;92(8 Suppl):4S13-7.

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